Salutato coach Montella, riprendo fiato dalle risate e da un soffocamento quasi riuscito – c’ho un karma bastardo – ed è la volta del capitano laziale. Ospitiamo sotto il nostro ombrellone Carlo Filippucci, classe 1991, terza linea cresciuto nelle file biancocelesti.
Ciao Carlo, molto piacere. Apriamo con un momento tutorial, ci spieghi il tuo ruolo?
Ciao, piacere mio. Allora il terza linea è quello che sta in mezzo al campo, prende e dà più botte di tutti. Corre ovunque e a fine partita è morto.
No… bene… ecco, ti piace ancora giocare a rugby vero?
Sì, sì nonostante le botte. E ride.
Cosa ridi che sei in preparazione e detta così sembra tu vada coi gladiatori in mezzo ai leoni al Colosseo? Beata gioventù.
Dicevamo, a proposito di preparazione, come sono andate le vacanze?
Molto bene. Tranquille, mi sono riposato.
Tu sei uno di quelli che riesce a staccare?
Sì, sì. Non importa quanto tempo sto in vacanza, io stacco tutto. Niente pensieri e niente allenamenti.
Aspetta un attimo, te stai a quattro di spade sul bagnasciuga?
Oddio, non ci sto molto sul bagnasciuga ma sì, io sono di quelli che in vacanza si riposa.
E stappiamo la seconda birra!
Aspetta ti spiego. Non ti spaventare, ho promesso che avrei offerto una birra a chi mi avesse detto che in vacanza non faceva niente. Così, quando verrai a Firenze, sappi che avrai una birra.
Meglio un lampredotto.
Vada per il lampredotto allora. Con un bicchiere di vino.
Espletata la formalità post scommessa, possiamo continuare. Tu sei cresciuto nella Lazio, ti è mai venuta voglia di cambiare aria e provare un’altra esperienza?
Sì, c’è stato un momento in cui ho avuto voglia di provare un’esperienza all’estero. Più che altro perché mi sarebbe piaciuto fare un viaggio all’estero tipo erasmus. Giocando a rugby non posso viaggiare quanto vorrei, quindi un erasmus di qualche mese all’estero per studio facendo anche un po’ di rugby non sarebbe stato male.
Effettivamente sai quanto sarebbe ganzo andare sei mesi in Nuova Zelanda a studiare e giocare lì con loro?
Sì, se reggi i loro ritmi – e ride.
Effettivamente ho detto il Paese più sbagliato, quindi quello che ti manca adesso è fare un’esperienza fuori Italia?
Sì, sarebbe bello, anche l’Argentina non sarebbe male.
Ed ecco l’altro tema ricorrente di questa rubrica, dopo il cibo, appare nuovamente la patria dei Pumas. E vai di tango come se non ci fosse un domani. Ma siccome domani c’è e c’ho pure una certa torniamo a noi, dicevamo.
Restando sul tema gioco, cosa ti emoziona ancora del rugby e cosa ti annoia?
Sicuramente l’emozione più grande la vivo prima della partita, quando sto per entrare in campo e sono con i miei compagni di squadra – la ciurma di coach Montella – mentre la parte più noiosa non saprei, forse le formalità quelle sì sono un po’ noiose. Ma per fortuna ce ne sono poche.
A parte il rugby segui altri sport? E cosa potrebbe cedere loro il rugby?
Allora seguo pallavolo e basket. Dunque alla pallavolo toglierei la rete e darei il contatto fisico, mentre il basket no, è molto simile al rugby come gioco anche se una partita dura troppo e non riesco a guardarla tutta. E ad entrambe darei il terzo tempo.
Vabbè io quello lo istituirei per legge. E a proposito di cibo, toglimi una curiosità, ma tu sei goloso?
No, io non sono il classico goloso di dolci, tendenzialmente vado più sul salato ma non sono uno che si abbuffa, faccio anche fatica a prendere peso.
Potremmo finire qui l’intervista per eccesso di invidia – la mia – ma siccome sono brava non riattacco il telefono e giuro vendetta silenziosa col panino al lampredotto.
E nelle domeniche in cui non giochi cosa fai? Divano con televisione, cinema o giro in centro?
Devo scegliere una di queste?
No, no, sono suggerimenti.
Quando non gioco sicuramente sto con Claudia, la mia ragazza, poi c’è lo studio, frequento la facoltà di Osteopatia. E per finire il divano.
Concludiamo con la domanda di chisura, chi è il giocatore più pirata che tu abbia mai incontrato?
Gabriele Pierini – peraltro ex de I Medicei – un vero pirata, fermato purtroppo da vari infortuni.
E allora cogliamo l’occasione della sua nomina per augurare a Gabriele tutto il meglio possibile e di rimettersi presto.
Grazia Carlo, per la disponibilità e la simpatia. Ti aspetto a Firenze con un panino.