NAZIONAL POPOLARE

Visto che oggi si vota sul DDL Zan. Faccio outing e lo ammetto: ho guardato gli Europei di calcio ed ho tifato la nostra Nazionale, con la solita compostezza e pacatezza che contraddistingue me e tutto il mio condomino mentale.

Io non seguo il calcio, anzi, ci sto parecchio lontana, un po’ perché non mi piace il gioco, moltissimo perché non mi piace il contesto in cui si sviluppa.

MA.

Che bello quando vince la Nazionale! E soprattutto, che bella nostra Nazionale. Sì, lo so. Berrettini è più bello, anzi, lui È la bellezza, ma qui vorrei condividere una riflessione.

Come mai piace così tanto questa nazionale di calcio da attirare anche chi, come me, ignorava la loro esistenza fino all’11 giugno 2021?

Perché questi sono davvero i ragazzi della porta accanto. Non sono i calciatori divi alla Cristiano Ronaldo. Che lo vedi Ronaldo alla Coop a fare la spesa? O Messi all’Esselunga al banco del pesce? I nostri ragazzi facevano il riscaldamento con la canzone delle polpette. Il povero Insigne bullizzato per la sua statura, te lo trovi al banco frutta che ti chiede ‘Signora i limoniiiiiii’ e manda Verratti a portarteli. Donnarumma è quello che ti prende le cose nello scaffale alto. Immobile è l’amico biondo a cui fai i soliti scherzi da cent’anni e ci casca sempre. Jorginho è il secchione di classe che però in gita ti fa ammazzare dalle risate. Chiesa è quello che ti passa il compito o, se non può, ti fa copiare. Florenzi, Barella Pessina e Bernardeschi sono il quartetto dedito all’alcol vero cuore delle serate. Locatelli e Spinazzola sono i rubacuori della cumpa. E di seguito tutti gli altri capitanati dalla coppia ChielliniBonucci. I nostri Backer e Poncharello, Starsky e Hutc, Bo e Luke. Giorgio Chiellini perfetto capitano, forte nella crisi, rassicurante nell’incertezza e perfetto in ogni occasione. Leonardo Bonucci una mina vagante. Decisivo, presente e concreto, ma anche fiume in piena e marea di energia che ti folgora se lo tocchi a mano scoperta.

Per finire con la coppia magica Mancini – Vialli che con l’abbraccio finale in lacrime mi hanno fatto disidratare da quanto ho pianto.

Questo fa la nazionale, unisce, perché ciascuno di noi ci si riconosce. Gente normale che fa cose normali. Tipo chiamare la mamma appena vinto la finale sotto una pioggia battente, davanti a 58MILA bischeri che ti fischiano, per dirle “Sì ho corso ma non sono sudato” e lei “Mettiti la giacca che piove.” E te “Non posso, mamma, devo prendere la medaglia.”

E appena indossi quel oro, lo baci lo mostri fiero e urli “Guarda mamma!”

Poi prendi sulle spalle il tuo compagno stampellato e lo porti in trionfo. E se arriva un tifoso nel mezzo a festeggiare, prima lo scambi per il povero Insigne, poi ti volti verso Immobile e domandi, rigorosamente a gesti, “Ma questo chi è?” però ti ci fai la foto lo stesso.

Noi italiani siamo così. Fancazzisti, gioiosi con una particolare dedizione al cibo e all’alcol.

E questo vorrei che trasportassimo nel nostro movimento ovale. La leggerezza e il divertimento. Che non significa essere superficiali, ma significa dare il meglio di sé stessi senza pesi addosso e prendendoci in giro da soli. Magari o’ tir’a gir.

Parliamoci chiaro, nessuna nazionale italiana di rugby sfilerebbe su un pullman scoperchiato sventolando allegramente lo striscione ‘Come Godo’ per due motivi. Il primo perché a seguire il rugby siamo rimasti in quindici, il secondo è perché se anche vincessimo un Sei Nazioni con 50 punti di scarto su tutti, resterebbe la serietà e la rigidità della nicchia che blocca il movimento. Occhio ragazzi che da nicchia a loculo è un attimo.

Cioè facciamocela una sana risata che magari domattina ci svegliamo freddi. Ormai i tifosi ovali stanno diventando più radi dei capelli del principe William ed i tesserati spariscono più velocemente dei tifosi a Wembley. Cominciamo a pensare che le nicchie sono anacronistiche e piuttosto scomode. Rompiamo gli schemi, e non solo, ribaltiamo il nostro modo di intendere il gioco della palla ovale, agiamo in contro tendenza, facciamo divertire quei poveri pazzi che ancora continuano a seguire la palla ovale in Italia senza fare la caccia alle streghe.

Guardate che figura meschina hanno fatto gli inglesi, sempre pronti a dare lezioni di vita, di stile di questo e quello, ma se arrivano secondi non accettano la medaglia. Mica vogliamo finire come loro?

A me il rugby piace da morire, ma lo devo ammettere a questo giro il calcio ci ha dato una gran bella lezione di vittoria, condita da sano divertimento. Perché alla fine lo sport è questo: divertirsi tutti insieme.

Buona estate a tutti.

“Qualche volta l’incoscienza è la strada della virtù” (Raffaella Carrà)

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