
Un fine settimana totalmente ovale questo qui di metà maggio che ci sorprende per le temperature non proprio miti della primavera. Ma questo si sa, è quello che accade appena fai il cambio armadio, quando, cioè, impieghi quei due pomeriggi liberi per togliere i pesanti e monocromatici vestiti invernali per lasciare spazio ai più leggeri e colorati abiti primaverili. E nell’occasione ne approfitti pure per liberarti di quei vestiti che non metti più da una vita, o, come nel mio caso, fai contenta la nipote che da tempo aveva adocchiato un vestito, una maglia, un giubbotto, dei pantaloni. Vabbè quasi tutto il vestiario ma non lo diciamo alla mamma. Dicevo, non appena il meteo se ne accorge abbassa subito di quei 15/20 gradi le temperature mandando a gambe all’aria il nostro lavoro certosino.
Scusate la digressione casalinga, dicevamo fine settimana pieno di rugby questo nel quale si fronteggiano Benetton e Zebre per la Rainbow Cup e le quattro finaliste nei playoff scudetto del nostro massimo campionato maschile fu Eccellenza e fu Top12.
Al Mirabello di Reggio Emilia, finalmente riaperto al pubblico ma con ingressi contingentati, va in scena la prima semifinale, e da buon match clou viene anticipata dalle strategiche dichiarazioni dei due coach che si rimbalzano l’onere di dover dimostrare qualcosa. E così eccoti la partita che non ti aspetti, che vede partire a fionda il Petrarca che schiaffeggia i padroni di casa con due piazzati di Lyle. Ci mette una pezza capitan Farolini che accorcia così le distanze, poi il Valorugby schiaccia l’acceleratore, forte della superiorità numerica dovuta al giallo di Borean, ma non riesce a capitalizzare l’uomo in più. Anzi, i tuttineri ribaltano l’assioma che il cartellino giallo valga una meta contro, perché invece schiacciano oltre la linea con Catelan, sugli sviluppi di un’ottima incursione di Galetto nella difesa emiliana, Lyle trasforma e si va 3 – 13. Ventidue minuti ed io sono già sfinita.
Chi invece va come un missile è sempre capitan Farolini che trascina i suoi a suon di calci dalla piazzola, al minuto 25, infatti, torna a piazzare la palla tra i pali; ma i ragazzi di Manghi sono piuttosto confusionari in attacco mentre i veneti, al contrario, sono implacabili, se li chiama macigno mobile da inizio campionato un motivo ci sarà, ed al minuto 35 Tebaldi, versione Riù, corre laggiù vola tra lampi di blu – lo sapevo che prima o poi l’avrei detto. Scusate è la passione per i cartoni animati. Chiusa parentesi manga – si invola in solitaria in meta tuffandosi in mezzo ai pali. Lyle figuriamoci se sbaglia e si va negli spogliatoi 6 – 20.
Giusto il tempo di ripigliarmi, che inizia la secondo frazione. Niente di rilevante nei primi 20 minuti, finché Rodriguez gioca il jolly, con un calcio preciso trova Ruffolo che finalmente schiaccia una palla in meta per i Diavoli che grazie alla trasformazione del capitano si fanno sotto 13 – 20. Aumenta il ritmo grazie anche alle sostituzioni, una delle quali, al secolo Riccardo Trattorino Michieletto, va in meta ma l’ottimo Andrea Piardi, a mio avviso, il migliore in campo, annulla per un precedente in avanti. Il Valorugby accorcia ancora con un altro piazzato di Farolini e si fa sotto 16 – 20, mentre io sono indecisa se fare la rianimazione delle mie inquiline mentali o farmi una camomilla antistress. Decide per me la mischia del Petrarca ed il suo capitano Andrea Trotta che chiude la partita con una meta al minuto 81 che ovviamente quel cecchino scozzese trasforma per il definitivo e perentorio 16 – 27.
E ci si vede sabato prossimo per il ritorno a Padova.
MOM Tito Tebaldi
Marcatori: p.t. 4’ c.p. Lyle (0-3); 9’ c.p. Lyle (0-6); 12’ c.p. Farolini (3-6); 22’ m. Catelan tr. Lyle (3-13); 25’ c.p. Farolini (6-13); 35’ m. Tebaldi tr. Lyle (6-20); s.t. 63’ m. Ruffolo tr. Farolini (13-20); 71’ c.p. Farolini (16-20); 81’ m. Trotta tr. Lyle (16-27)

E veniamo così all’altra semifinale in programma questo week-end.
Prima volta in vita mia al San Michele di Calvisano che mi accoglie con una giornata uggiosa ma senza pioggia ed una temperatura tutto sommato gradevole. Dal canto mio io mi presento come Quartararo oggi a Le Mans, in assetto da pioggia ma confidando, non dico nel sole, ma in un parzialmente sereno. E funziona perché il tempo ha retto bene per tutta la permanenza al campo.
Inizia la partita e le due squadre fanno esattamente quello che mi aspetto, si equivalgono quasi in tutto anche se mi sembra che in mischia i Bersaglieri abbiano qualcosa in più dei padroni di casa. Prima frazione caratterizzata dal duello dalla piazzola, Menniti Ippolito e Shalk Hugo sono la versione ovale di Nadal – DjoKovic, al colpo battuto dal mediano veneto, risponde il mediano lombardo e così via.
Tanti falli, lentezza nelle uscite e poca continuità di gioco. Questo succede nella prima mezz’ora. Lo so ho parlato troppo tecnicamente, mi sono stupita anch’io, per capirsi sembra il gioco dei bambini un, due, tre, stella! E tutti fermi immobili guai a muovere un ciglio che prendi la penitenza. Ecco le due compagini fanno così, azione, passaggio, passaggio, fallo. E si ricomincia.
Poi sul finire del primo tempo esattamente al minuto 40 dal tennis si passa al volley, Trulla, infatti, si fa murare l’ovale nei 22 i padroni di casa perdono palla, mischia travolgente per Rovigo, Mitrea concede la meta tecnica e la prima frazione si chiude 12 -19.
Evidentemente nell’intervallo i ragazzi di coach Guidi hanno deciso di tornare a giocare come sanno fare, infatti, pronti partenza via, rimessa laterale calvina, palla per Vunisa che asfalta Menniti Ippolito e segna la meta che Shalk Hugo trasforma per il pareggio. Circa dieci minuti più tardi i gialloneri fanno le prove tecniche di sorpasso ma perdono palla nel momento della conclusione. Poco male perché finalizzano il lavoro al minuto 60 quando ormai i rossoblù sono ormai versione principessa Aurora punta dall’arcolaio, addormentati profondamente, il solito Shalk Hugo piazza e per la prima volta porta avanti i suoi.
Padroni di casa che partono così all’arrembaggio grazie al succitato sonno profondo dei rodigini che genera tantissima indisciplina con conseguenti calci contro. Il mediano di casa fa un poker portando i suoi sul 31 – 19. Unico sussurro veneto al minuto 71 col piazzato di Menniti Ippolito che sancisce il definitivo 31 – 22.
Ci sarà tanto da lavorare per entrambe le compagini in vista del ritorno al Battaglini domenica prossima.
MOM Hugo Schalk Burger
Marcatori: pt. 4’ cp Menniti Ippolito (0-3), 14’ cp Hugo (3-3), 16’ cp Menniti Ippolito (3-6), 19’ cp Hugo (6-6), 31’ cp Hugo (9-9), 35’ cp Menniti Ippolito (9-12), 38’ cp Hugo (12-12), 40’ meta di punizione Rovigo (12-19); st. 48’ m Vunisa (17-19), 49’ tr Hugo (19-19), 60’ cp Hugo (22-19), 64’ cp Hugo (25-19), 68’ cp Hugo (28-19), 71’ cp Hugo (31-19), 73’ cp Menniti Ippolito (31-22).

Questo è stato il fine settimana contro le discriminazioni di genere nel mondo dello sport, ma non mi va di trattare questo argomento in poche righe. Merita un’attenzione maggiore che gli renderò nel mio prossimo articolo.
No adesso voglio dedicare la mia attenzione ai Briganti di Librino che hanno ricevuto l’ennesimo, vile attacco dai soliti maledetti vigliacchi che cercano in tutti i modi di ostacolarli. Dopo il furto di aprile, abbiamo l’incendio del pulmino di maggio. Gli autori di questo ignobile gesto sono degli schifosi ruba ossigeno che personalmente detesto e che spero vengano presi una volta per tutte. A tutti quelli che leggeranno queste righe, invece, chiedo, per favore, una piccola donazione per aiutare i Briganti, che ricordo sono una onlus che aiuta i ragazzi di Librino oltre che col rugby con tante attività socio pedagogiche, a raccogliere i soldi per comprare un nuovo pulmino.
Per dire, noi abbiamo più di 30mila followers se mettessimo al massimo un euro ciascuno daremmo loro un grande sostegno.
Così, per dire.
“L’insuccesso è la possibilità di ricominciare in modo più intelligente.” [Henry Ford]