RAINBOW CUP IL DERBY ITALIANO

In una sera primaverile dai colori ben definiti, con una cornice rosa pastello, temperatura mite ed una luce speciale, al Lanfranchi di Parma, va in scena la partita che non ti aspetti: il derby italiano di Rainbow Cup.

Credit Stefano Delfrate

Costretta a casa, precisamente in cucina, faccio la spettatrice distaccata, anzi distanziata mentre impasto la schiacciata o focaccia che dir si voglia. Sul prato verde smeraldo del campo parmense non vedo due squadre ma un unico gruppo omogeneo, per forza questi ragazzi, fra un po’, passano più tempo tutti insieme che nei rispettivi club. E si vede, si conoscono, si anticipano, si sfidano con uno sguardo, con un’alzata di sopracciglio, con un sorriso sghembo. C’è antagonismo, c’è competizione, c’è contesa. Il primo tempo è una serie continua di interruzioni, pause e ripartenze, peggio del GP di Imola, tanti episodi, tante botte e, diciamola tutta, anche tanta noia. Io mi aspettavo uno scontro all’arma bianca, coltello tra i denti e via all’arrembaggio, incursioni, scatti, fughe ed inseguimenti; invece, i ragazzi sono guardinghi, forse tesi, sicuramente concentrati e molto presi a studiarsi.

Come dicevo si conoscono bene, quasi a memoria, quindi sanno che devono giocare la carta della sorpresa se vogliono avere la meglio gli uni sugli altri.

Primo tempo, infatti, con le medesime dinamiche per entrambe le compagini, Zebre più dominanti in mischia, muovono per prime il tabellino con un piazzato di Pescetto, che sarà purtroppo costretto a lasciare il campo per uno scontro di gioco, forza Paolo, ma a segnare la prima meta è la Benetton con l’ex di turno, Edoardo Padovani, versione cespuglio, con una barba inconsueta. Edo, per favore, i barbieri hanno riaperto. ma lasciamo le questioni tricologiche e torniamo al derby. Passano poco più di cinque minuti ed i multicolor costringono al fallo Gallo che gli costa dieci minuti sulla sedia dei cattivi mentre i padroni di casa guadagnano una touche sugli sviluppi della quale arriva la meta tecnica parmense ed il secondo cartellino per la Benetton e si va sul 10 – 7. Ma il vantaggio ducale dura il tempo di girare la schiacciata in forno e Garbisi pareggia dalla piazzola. Piardi fischia, e la prima frazione termina 10 – 10.

Credit Alessio Ghiorzi

La prima parte della ripresa è animata dal duello dalla piazzola Garbisi – Canna, cui segue lo scippo in touche di Ruzza che viene poi schiacciato in meta insieme alla palla dalla veemente carica di Herbst, Garbisi trasforma e i trevigiani superano nuovamente i padroni di casa 13 – 20. Padroni di casa che non ci pensano nemmeno a mollare il colpo, anzi, il quasi centurione Carlo Canna, copia il buon Fede Ruzza e si invola in meta, poi trasforma per il pareggio 20 – 20. Ma la beffa biancoverde arriva sul finale, quando Halafihi sorprende tutti andando in meta Garbisi non trasforma e i match si chiude 20 – 25.

Credit Stefano Delfrate

Match partito piano ma finito col botto, Benetton decisamente più a suo agio in questa nuova competizione che li vede nuovamente vittoriosi, rispetto ad un campionato deludente. Ma meglio così è bene non perdere la confidenza con la vittoria. E a proposito di colori potrei dire che l’arcobaleno arride ai biancoverdi.

Chi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.” [Paulo Coelho]

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