
Alla vigilia del secondo test match di fine estate per le nostre franchigie di Pro14, nella nostra Club House ospitiamo un altro nuovo arrivato in casa Zebre: il primo centro Enrico Lucchin, rodigino, classe 1995 anche lui proveniente da Calvisano.
Ciao Enrico, molto piacere e grazie della disponibilità, come va?
A parte la pioggia torrenziale che in questo momento si abbatte su Parma molto bene, grazie.
Ecco almeno si rinfresca il tempo, qui a Firenze fa un caldo assassino invece. Speriamo che non piova venerdì; a proposito di partite complimenti, come avete vissuto questo primo test?
Bene dai, a prescindere dal risultato è venuto fuori tutto il lavoro fatto finora. Poi questi test servono per capire dove e quanto dobbiamo migliorare, infatti abbiamo fatto l’analisi della prestazione nel suo complesso andando a lavorare dove c’era da perfezionarsi.
Sì, da questo punto di vista il lavoro non finisce mai anche perché di praticamente perfetta sotto ogni aspetto ce n’è soltanto una e si chiama Mary Poppins, ma tu questo forse non lo sai perché sei troppo giovane.
Eri emozionato per il debutto ufficiale?
Sì, molto. Ed è stato bello.
Come ti capisco, io mi emoziono spesso. Visto che sei un debuttante in Pro14 mi dici qual è la differenza più eclatante, quella che ti viene in mente per prima rispetto alla Top12?
Sicuramente il livello è più alto, c’è un confronto molto stimolante e per quanto riguarda la preparazione è sicuramente più intensa: non viene tralasciato alcun dettaglio. Anzi per me vedere quanta attenzione viene prestata ad ogni singolo particolare è un ottimo insegnamento. Inoltre questo è un ottimo gruppo che ci ha aiutato molto nell’inserimento di noi ‘nuovi’.
Come dicevamo con Fischio [Danilo Fischetti], le Zebre hanno allungato molto la panchina e lo hanno fatto, secondo me, con un ottimo criterio prendendo tutti ragazzi giovani che dessero nel modo e nel momento giusto il cambio ai giocatori più esperti.
Sì, infatti e per noi è un’ottima occasione per accumulare minutaggio e farci esperienza.
A proposito di gruppo, oggi [18 settembre] è il compleanno di Marco Manfredi al quale facciamo tanti auguri. Ma tu lo sai che sei nato lo stesso giorno di Goldrake?
Davvero? No, non lo sapevo.
Per forza non eri neanche nato, infatti il buon Ufo Robot è apparso in Italia il 4 aprile del 1978. Suppongo che per questo motivo tu non sia vegano, io e le mie pessime battute da nerd incallita [gli abitanti di Vega, infatti erano gli acerrimi nemici di Goldrake]. Sei goloso?
Sì, molto. Mi piace mangiare di tutto e da questo punto di vista sono fortunato: Parma offre molteplici piatti gustosi per me che sono un mangione.
Finalmente una buona forchetta! Cibo a parte ti stai trovando bene a Parma?
Sì, è una città molto accogliente, a misura d’uomo. Né troppo piccola, né troppo grande.
Mi fa molto piacere sapere che ti trovi bene, nonostante la giovane età hai già cambiato quattro città, hai iniziato presto a giocare, ma se tu non avessi giocato a rugby cosa avresti fatto?
Ho cominciato a 6 anni, quando ero alle elementari, sai a Rovigo è abbastanza facile iniziare a giocare presto. Però non so cosa avrei potuto fare di diverso, in realtà non ci ho mai pensato sai.
Non è detto che tu ci debba pensare adesso. Invece per rilassarti che cosa fai?
Niente di particolare, mi piace uscire con i miei amici, cose molto tranquille anche perché dovrei pure finire l’università.
Che studi?
Matematica – bella – mi piace solo che è abbastanza impegnativa e di tempo non è che ce ne sia moltissimo.
No, in effetti non ne avete molto. Lo sai che la teoria dei giochi è una delle branche più utilizzate della matematica?
Sì, ha svariate applicazioni.
Che vi risparmio tranquilli, perché è partita una digressione tra il matematico ed il filosofico degna di un episodio di The Big Bang Theory che ha fatto emergere il piccolo lato nerd di Enrico, ma che ci ha appassionato. Ho dovuto incatenare il baby Sheldon che è in me per riprendere le fila del discorso con un altro argomento che mi sta piuttosto a cuore.
Che tipo di musica ascolti?
Un po’ di tutto, sono uno di quelli che tiene la musica tendenzialmente in sottofondo. Però mi piace ogni tanto cercare una canzone in particolare.
Allora ti saluto con la classica domanda di chiusura, qual è il giocatore più pirata che tu abbia incontrato in tutti questi anni di carriera?
Sicuramente Pierre Bruno.
Ottima scelta. E con questa nomina il buon Pierre sale prepotentemente al timone della nostra ciurma.
Grazie Enrico per la disponibilità e la simpatia. Ci vediamo venerdì alla partita.
E a proposito di partita il mio saluto va al Rugby Colorno che venerdì vedrà un derby tutto casalingo tra le sue fila. Sì perché il capitano di Colorno è Jacopo Sarto, fratello di Leo, mentre il mediano di mischia è Giovanni Lucchin, fratello appunto di Enrico.
Buon divertimento ragazzi.
Rugby, 80 minuti di vita prima di una birra