Continua la morsa del caldo torrido estivo e continuano le mie incursioni nelle vite dei protagonisti del nostro mondo ovale. Stasera apriamo la nostra Club House e prendiamo un aperitivo con uno degli interpreti del Pro14. Classe 1992, nato a Frascati, tre quarti (l’ho già detto che adoro le definizioni del rugby vero?), sostituto capitano di Tommaso Castello, arrivato in casa Zebre nel 2014 come permit player, nominato Ironman nel 2018 dal Guinnes Pro14, un nome una garanzia. Care lettrici e cari lettori, il mio condominio mentale ma soprattutto io sono felice di avere con noi, strappato ai libri, direttamente dalla sua scrivania il mio supereroe con la palla ovale, Giulio Bisegni.
Ciao Giu’, grazie per la disponibilità. Come stai?
Ciao Giu’, tutto bene grazie, te?
Caldo fotonico e panciera a parte, tutto a posto. Come sta andando lo studio?
Bene dai, è un esame piuttosto impegnativo di Ingegneria Gestionale – quando ce l’hai? Sempre perché io i fatti miei mai – il 16 luglio. Esattamente a metà delle nostre ferie [le Zebre sono in pausa estiva dal 10 al 20 luglio. Condomine vi incendio], però non potevo sprecare tutto quello che ho fatto finora e così ho deciso di sfruttare la sessione estiva. Poi scenderò giù a casa per starci qualche giorno in più della solita toccata e fuga.
Grazie per aver anticipato le inquiline pettegole del primo piano, pronte a ficcare il naso nei tuoi programmi estivi. Quanti esami ti mancano?
Sette, alla fine.
Quindi ti vedi proiettato in questa direzione?
Sì, mi piace. Quando ero a Roma studiavo Ingegneria Energetica, ma qui a Parma non c’è e quindi ho dovuto ripiegare su un indirizzo che fosse altrettanto ‘scientifico’ perché mi piacciono le materie scientifiche e si conciliasse anche col rugby, e per fortuna, in questo senso, ho anche la possibilità di fare lo stage direttamente con le Zebre.
È il mio piano B, inoltre è una bella esperienza perché tocchi con mano un’altra realtà e perché mi piace la materia gestionale.
Se non avessi fato il rugbista avresti continuato con la carriera energetica?
Penso di sì. La direzione era quella, è un settore in crescita per fortuna e ci sono tante aziende che stanno investendo o che si sono riconvertite alle energie sostenibili.
In questo senso l’esperienza da capitano ti è servita?
Sì, mi ha fatto piacere ed al tempo stesso è stato uno stimolo molto importante perché mi ha dato tanti spunti nuovi, pensare al gruppo, un gruppo in crescita con tanti ragazzi nuovi e giovani. Mi ha spronato ad impegnarmi a dare l’esempio concreto oltre la performance sportiva – un bell’esercizio di leadership concreta – esatto. A me piace fare gruppo in campo sono uno molto energico ed ho bisogno intorno a me di persone altrettanto energiche come Mattia [Bellini].
Io concordo pienamente con la scelta di te capitano; sì, sono di parte ma è la mia parte sicché è quella giusta. Visto che ti piace la materia lo sai che molte aziende utilizzano la tecnica della squadra di rugby per formare le loro figure manageriali?
Non mi dire così che poi mi parte la curiosità.
A me lo dici ho un condominio mentale di pazze curiose e pettegole che non si fanno mai i fatti loro. Non vi offendete inquiline che siete così. Ma andiamo avanti.
Come ti stai trovando con la nuova tipologia di allenamenti?
È strano allenarsi a gruppi, non vedersi tutti e non poter condividere – lo spogliatoio, condomine cortesemente fate le brave. Lo sapete che questi ragazzi ci tengono a quei momenti – poi si finisce col vedersi in pochi perché siamo divisi in gruppi e c’è chi ha famiglia che ha altri impegni eccetera. Insomma ce la stiamo mettendo tutta e speriamo si torni presto alla normalità.
Parlando di normalità e visto che nasci ingegnere ambientale, vediamo se sei preparato, i gusci delle uova si smaltiscono nell’umido?
No, i gusci non sono biodegradabili – bravissimo – ma ciò non significa che io li butti nell’indifferenziato.
E qui è uscita la mia inquilina bucolica che ha attaccato un pippone peggio del puffo Quattrocchi. Ti dico una cosa che non sai, i gusci delle uova sono un ottimo fertilizzante e concime per il terreno. Sei hai delle piante li puoi sbriciolare e metterli nella terra, oppure li lasci intorno alle piante per tenere lontane le lumache.
Davvero? – Giuro Sesto Caio Baccelli docet – Io in terrazza ho messo tutte le piantine, c’è anche la mentuccia. Ora ce li metto.
Vedrai un successone. Poi visto che ti piacciono le materie scientifiche e lo sport ti consiglio un libro interessante di Marco Malvaldi, tu sei un lettore?
Quando non studio sì, mi piace leggere.
Gaudio, gioia e tripudio divampano per le scale del mio palazzo mentale, con tutte le succitate signorie a fare festa. Sì ma ora basta, ricomponetevi. E dimmi, tu non sei un musicista vero?
No, no, io ascolto la musica ma non la suono – continua la festa se fai bingo anche con la musica – sono un po’ rockettaro.
E chi le tiene più ora? Dobbiamo virare su un argomento che le calmi. Ci fai un tutorial del tuo ruolo?
Allora i tre quarti in fase offensiva sono quelli che fanno il gioco sporco, il 9 decide, il 10 apre e fa partire il gioco, il tre quarti recupera palla dai centri. Poi teoricamente la dovrebbe far girare passandola, ma se uno è come me che se la tiene fa arrabbiare l’ala. Infatti Mattia mi urla sempre contro.
In fase difensiva è l’ultimo uomo di linea, controlla un po’ tutto perché fa parte del triangolo allargato – sottotitoli alla pagina 777 di televideo – il 13 non vede l’Ala quindi deve avere la sensibilità di capire il gioco.
In attacco sei un decision maker, mentre in difesa devi aver la visione di tutto.
Ottimo tutorial, poi lo traduco. Il rugby ha una parte noiosa?
Certo, è la preparazione atletica. Giu’ chiariamo subito che ci dice il contrario mente spudoratamente.
E anche qui abbiamo riso entrambi. Cioè in realtà io è dal ‘Ciao Giulio’ che rido.
C’è stato un giocatore che ti abbia ispirato?
Conrad Smith, degli All Blacks è stato un tre quarti centro un po’ atipico. Però a detta dei Tutti Neri è stato uno dei loro giocatori più importanti.
Adesso arriviamo al vero motivo di questa intervista. Io so che sei stato tu a soprannominare Danilo Fischetti Cubo Medusa. Mi spieghi perché?
Sì, va bene.
E infatti me l’ha spiegato e la spiegazione mi torna perfettamente, ma non so se ve la dico. Io c’ho messo un anno per saperlo non è che ve la posso rivelare così su due piedi. Fatemici pensare.
Quando io ti dico che sei un super eroe non lo faccio a caso, oltre ad essere nato lo stesso giorno di Goldrake, il 4 aprile, e ad usare l’energia solare come Daitrn III, due anni fa sei stato nominato Iron man dal Pro14 vero?
Qui ride lui. Sì quello è un premio alla quantità, più che alla qualità del gioco. In pratica premiano il giocatore col maggior minutaggio ed io avevo collezionato il minutaggio più alto, quindi avevo dato più continuità.
Vabbè ma la continuità è comunque sintomatica di una buona prestazione, perché per essere continuativo devi essere un giocatore rilevante. Non lo sento convinto, ma non importa, ne sono convinta io. Visto che siamo in periodo maturità ci racconti la tua. Io potrei vincere l’Ironman di cambio discorso.
Non sono mai stato un secchione, ma mi piaceva studiare – che è come dire non ho nulla contro le bionde, ho un sacco di amiche bionde – ma la notte prima degli esami mi ero messo a studiare, un ripasso. Poi sono venuti i miei compagni di squadra e mi hanno portato fuori a divertirmi e ho fatto nottata in quel modo. Però mi ha fatto bene perché sono passato con 88/100.
L’ho detto in apertura, un nome una garanzia. E adesso che fai per rilassarti?
Adesso ho una novità, una new entry. Un barboncino fulvo nano che si chiama Pericle, il nome glielo ha dato Camilla e non per il fondatore della democrazia ma per un suo ricordo di infanzia. Ha sei mesi e si è appena svegliato.
Allora ti lascio a quel musino simpatico di Pericle, che io ovviamente ho già visto sennò che stalker sarei, ti ringrazio infinitamente per la bella chiacchierata, la tua disponibilità e la pazienza. Tutto quello che non ho scritto morirà con me sappilo. Ma ci sentiamo post esame.
Vabbè una cosa ve la dico: la risposta misteriosa.
Hai visto com’è Danilo, non è tanto grande, è ticcio, ma non è enorme. Solo che quando è venuto ad allenarsi con noi mi sono accorto che era piccoletto sì, ma potente. E gli ho detto te sei proprio come le Cubo Medusa, piccolette ma forti. perché quelle ti ammazzano. A lui è piaciuto e se lo è messo anche come nickname.
Effettivamente ci sta. Grazie ancora Giulio e per tutti i nerd, come me, che stanno per ribattere su Goldrake, il compleanno è la data della prima proiezione in Italia e la prima puntata italiana è andata in onda il 4 aprile del 1978.
“Nel rugby c’è tutta la storia del rock, a cominciare dallo swing, che in campo è il colpo di classe, quello che finisce in mezzo ai pali. Le mischie invece sono metal” (Chef Rubio)